Breve
presentazione di Monzambano
MONZAMBANO,
estremo lembo di terra mantovana adagiato tra le colline che
coronano il Garda, è un residente paese che del Lago
ha il clima e la vegetazione.
Su i soleggiati colli, tra i vigneti spiccano ulivi e cipressi,
armonizzandosi in un paesaggio suggestivo di particolare bellezza.
Il paese è dominato dall'antico Castello e protetto
dalla splendida chiesa, situati in una felice posizione, tale
che da essi lo sguardo abbraccia la sottostante valle del
Mincio, e più lontano, l'ampio panorama del monte Baldo
e delle prealpi Bresciane e Veronesi.
Il paese è probabilmente di origine feudale.
Prime notizie sicure se ne hanno nel 1199, data della vittoria
riportata dai Veronesi sui Mantovani a Ponte Molino, dopo
la quale Monzambano passò il diritto agli Scaligeri
di Verona. Di questa città subì le sorti, quando
con essa nel 1495, passò sotto il dominio della Serenissima.
Ne fa testimonianza il leone alato che si può vedere
tuttora sulla torre del castello. Per quattro secoli Monzambano
segue le vicende della Repubblica Veneziana.
Nel 1797 il Castello di Monzambano divenne il caposaldo dell'esercito
veneziano che combatteva contro Napoleone Bonaparte, il quale,
dopo le Pasque veronesi, proseguì la sua marcia vittoriosa
fino a Venezia.
Quando Napoleone si accinse a costruire il regno Italico,
Monzambano passò da Verona a Mantova. E quì
inizia per il paese un altro periodo, quello che lo vide partecipe
di avvenimenti per il Risorgimento Italiano.
Infatti, sul suo ondulato terreno, al magine di un lago, e
sulle sponde di un fiume si combatterono decisive battaglie:
nel 1848 Carlo Alberto passò quì sul Mincio,
sbaragliò il nemico, occupò Valeggio, Borghetto,
Goito, ed entrò in Peschiera.
A ricordo di questo avvenimento sorge, vicino al fiume una
stele. Nel 1859 dopo la vittoria di S. Marino a Monzambano,
nella villa Melchiori, ha sede il quartiere generale dell'esercio
sardo.
Alla vigilia del trattato di Villafranca, ha luogo quì
il tempestoso colloquio tra Vittorio Emanuele II e Cavour,
tempestoso perchè Cavour voleva respingere i patti
dell'armistizio. Nel 1866, nuovamente a Monzambano avviene
contro gli Austriaci una battaglia ad importanza decisiva,
che con Bezzecca, rappresenta il miglior successo di questa
campagna. Monzambano modesto paese di circa 4000 abitanti
possiede una maestosa chiesa, costruita al margine dell' altopiano,
con a tergo la valle del Mincio e davanti un piazzale spazioso.
La sua costruzione risale alla metà del 1700.
E' in uno stile barocco, puro, armonico, senza pesantezza.
All'interno la rendono preziosa finissimi intarsi in marmo,
e la pala dell'altar maggiore, che rappresenta il trionfo
di S. Michele Arcangelo, santo a cui è dedicata la
chiesa. Di notevole c'è inoltre, nella frazione di
Castellaro Lagusello un antico Castello, piccolo ma ben conservato,
e tutt' ora abitato dai Conti Arrighini.
Le risorse di Monzambano poggiano esclusivamente sull'agricoltura,
che è condotta con mezzi modesti sul terreno arido
e sassoso, del quale il prodotto principale sono i vigneti
che danno un ottimo vino.
Con i recenti provvedimenti del Governo a favore delle zone
depresse il paese ha buona speranza di un buon sviluppo economico
del quale si vedono i segni premonitori in nuove costruzioni
che sorgono sia per abitazioni sia per piccole industrie.
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